Manca ano alla Ryder Cup 2023, l’ultimo appuntamento mondiale del golf in programma dal 27 settembre al 2 ottobre a Marco Simone di Guidonia. Per l’occasione, i titolari e capitani della squadra europea e della squadra statunitense, Luke Donald e Zach Johnson, saranno protagonisti di eventi nella capitale (dentro e fuori dal campo) non daranno il via al conto alla rovescia.
di Francesca Galeano
Qualche giorno fa c’è stato un meraviglioso Open d’Italia il Marco Simone è di new sotto i riflettori per un altro bellissimo evento internazionale di golf. Così ho raggiunto al telefono il direttore dello sviluppo commerciale del club di Guidonia, Ricardo Tirotti Per questo motivo comanda il suo evento e il suo impatto che la Ryder Cup è in circolazione da un po’ sulla scena golfistica e turistica italiana.
Direttore, sette pronti ad accogliere i capitani?
“Presto, Donald, è un po’ tardi per gli Open d’Italia e non vedremo il tempo di dare il benvenuto alla prima volta per il capitano del Team USA, Zach Johnson”.
Che aria se respiri il club?
“Siamo è entusiasta di supportare il team della Ryder Cup poiché ha gestito completamente l’evento. Il programma coinvolgerà i giovani delle scuole della regione Lazio che hanno partecipato al progetto Golf in una scuola. Inoltre ci saranno i ragazzi della Nazionale disabili”.

Avvicinare i giovani al golf è stato uno dei capisaldi per l’intero progetto della Ryder Cup. Lavinia Biagiotti ha detto che tutti i giorni ha dedicato personalmente parte del suo tempo al pappagallo. Mettere al centro y giovani continuerà a far parte degli impegni vostri?
“Sì. Il futuro di questo sport dipende dalla nuova generazione. Il Marco Simone e il nostro presidente sostengono e sostengono diverse iniziative a riguardo. Vieni al club siamo gli orgogliosi campioni d’Italia sotto i 18 anni per squadra. Investire, sostenere e promuovere Questo sport è uno dei nostri obiettivi più importanti, lunedì incontreremo l’occasione per vivere lontano, in una dimensione diversa dai fuochi d’artificio della comunità, divertente, emozionante ed emozionante”.
Roma e Marco Simone sono al centro dell’attenzione nel mondo del golf internazionale. L’Italia del turismo golfistico non vede l’ora di presentarsi come una destinazione in grado di attrarre un target di 30 miliardi di euro?
“La crescita dei visitatori a Roma e nel Lazio è in forte aumento e le chiacchierate fatte con i colleghi sono in aumento le presenze all’estero anche nel resto d’Italia. Nel Lazio stiamo dialogando con altri club per presentare un livello di qualità all’altezza dell’impegno che ci aspetta. Per fortuna c’è un grande sostegno da parte della Regione che non solo è partner e sponsor dell’Open d’Italia ma sostiene il turismo golfistico con iniziative importanti come quella dell’Open d’ItaliaIGTM. Dal 17 al 20 ottobre torna a Roma la prima fiera del turismo golfistico. La Regione sostiene anche progetti minori come fam-trip che ha portato tour operator e tour operator in tutto il territorio dei campi più importanti. Se non stai riscoprendo anche mete meno conosciute bene adesso come Fiuggi e Castelgandolfo”.
Chi siamo presto?
“Sì ma possiamo e dobbiamo migliorare alcuni aspetti. Essere aperti al turismo significa ottimizzare gli orari della stazione in calendario per Lasciare più spazio agli stranieri. È significativo che investirò nella digitalizzazione del servizio di prenotazione e implementerò correttamente i servizi come golf cart e noleggio attrezzature”.

Un’ultima demanda, più all’appassionato che al professionista. Chimenti ha detto che farà di tutto per vedere Woods a Roma. Lei ci spera o si vede già Tiger in clubhouse al Marco Simone?
“Tiger Woods è il personaggio più carismatico che il mondo del golf abbia mai avuto. Averlo in Italia oltre ad essere un sogno sarebbe uno strumento importante per avvicinare il golf non solo e giovani ma persone di tutte l’età, incrocio le dita”.
Io invece ci credo e il consiglio de avvisare in clubhouse che i preferiti piatti de Tiger sono steak e sushi.